Il Comune di Avezzano non ha più scusanti per non avviare le procedure di legge per l’adozione ed approvazione del P.A.N. della Riserva - strumento di pianificazione territoriale sovraordinato ad ogni strumento di pianificazione vigente, e quindi anche al P.R.G. -, con la definizione della procedura di VAS, si può concretizzare la realizzazione di uno sviluppo sostenibile della Città di Avezzano e del suo comprensorio, attraverso la valorizzazione delle aree interessate (naturali-agricole-urbane e periurbane), e l’attuazione dei progetti individuati nel PAN, che interessano varie tematiche (recupero e riqualificazione di aree archeologico - naturalistiche, di zone umide e fluviali, di aree industriali dismesse, di vaste aree agricolo - ambientali, di risorgiva e centro didattico educativo, di aree sportivo-ricreative e culturali, ecc.) .
Tutti interventi tipicamente correlati ad una pianificazione inerente lo sviluppo socio-economico della Città che quindi, coerentemente con gli indirizzi e volontà politica espressa all’unanimità dal Consiglio Comunale nelle Deliberazioni n. 75 e n. 85 rispettivamente del 05.10.2010 e del 26.10.2010, assumono rilevante funzione di connessione tra le aree periurbane di P.R.G. e naturali del PAN.
Per questo la procedura di V.A.S. del PAN è anche uno strumento di pianificazione di aggiornamento alla Variante al P.R.G., garantendo quindi un percorso di continuità ambientale (natura), di riqualificazione, integrazione e di riordino (urbanistico-socio-ambientale) di aree e/o insediamenti che si sono sviluppati ben oltre le previsioni dello strumento urbanistico vigente, con specifiche norme di attuazione.
L’occasione è di affrontare tematiche che se pur apparentemente non presentano stretta attinenza con le finalità di tutela correlate alla stesura del PAN, ne assumono rilevante importanza in tema di pianificazione paesaggistico-territoriale (rete sistema mobilità, rete sistema turistico, rete sentieristica, ecc.).
Ora, dopo il lavoro del gruppo di esperti delle Associazioni Il Salviano ed ERCI team Onlus, spetta all’Amministrazione (per legge) completare sollecitamente l’iter per la definizione della procedura di approvazione-adozione definitiva del PAN della Riserva, ricordando che l’art. 22 della L.R. n. 38/96 e ss.mm.ii., (Legge quadro sulle aree protette della Regione Abruzzo per l’Appennino Parco d’Europa) prevede al comma 5 che “Le previsioni e le prescrizioni del Piano di Assetto Naturalistico e le conseguenti norme applicative costituiscono vincolo per la pianificazione urbanistica a livello comunale e sovra comunale”. Atteso che in mancanza del PAN, non è possibile avviare alcun progetto urbanistico – ambientale per lo sviluppo e la corretta fruizione del territorio della Riserva Naturale Regionale guidata “Monte Salviano”.
La responsabilità per la scelta di stili di vita attivi, non può essere lasciata esclusivamente ai singoli. Anche l’Ambiente va pianificato e modificato, favorendo fruibilità ed accessibilità per tutti (con sentieri, itinerari, percorsi pluritematici, come cammino e l’uso della bicicletta e/o cavallo/asino). E’ indispensabile organizzare campagne di comunità che incidano seriamente sui comportamenti dei cittadini, sulle componenti sociali e sulla struttura del territorio, non si può pensare di risolvere queste problematiche di vivibilità senza un progetto/programma, limitandosi a spostare il passeggio della domenica mattina da Piazza Risorgimento a parte della S.R. n. 82 (e solo per poche ore).
Ridiscutere le proprie aspettative, rivalutare l’essenzialità delle emozioni e dei rapporti, riappropriarsi dei tesori naturali, ambientali, culturali, della tradizione e della “paternità” della cosa pubblica: non va infatti dimenticato che il territorio del Salviano è oggetti di riordino e reintegra dei beni di uso civico e demaniale, come la regolamentazione delle antenne di Monte Cimarani (fonte di alto inquinamento elettromagnetico), riconversione del Tiro a Volo (impossibile esistenza all’interno di una Riserva), il riordino edilizio periurbano, ecc..
Ora non spetta che passare dalle parole o meglio dai progetti ai fatti.
Altrimenti è meglio rinunciare all’area protetta e ridisegnare un futuro diverso: certamente non sostenibile ma più appetibile.